Normativa ADR: tutto quello che bisogna sapere sulla normativa vigente, la sua storia e il trasporto di merci pericolose
Il mondo della logistica e dei trasporti è in continua evoluzione, sia per quanto riguarda le tecnologie, sia per quanto riguarda le normative e le procedure da seguire. Nel caso dei trasporti internazionali, poi, alle leggi nazionali si sommano quelle del paese di destinazione e, in alcuni casi, anche quelle internazionali o dell’Unione Europea. Questo è ancor più vero nel caso delle merci sottoposte alla normativa ADR.
Questo accordo internazionale, siglato a Ginevra nel 1957, regolava il trasporto e la spedizione di merci pericolose su strada esclusivamente a livello internazionale. L’acronimo sta infatti per “Accord europeen relatif au transport international des merchandises Dangereuses par Route” ed è stilato in lingua francese. Successivamente, una direttiva confluita poi nell’articolo 168 del codice della strada ha imposto l’osservanza della normativa ADR anche per i trasporti nazionali. Un accordo del genere si è reso necessario proprio in quegli anni in cui, a seguito della nascita della Comunità Europea, il commercio internazionale ha avuto un’esplosione. Regolamentare questi trasporti ha permesso di salvaguardare la sicurezza di tutte le persone coinvolte non solo nella spedizione, ma più in generale nel commercio stesso di queste merci. L’ultimo aggiornamento risale a dicembre 2016 quando, per la quarta volta, gli allegati della direttiva sono stati adeguati al progresso scientifico e tecnico. Gli stati membri che aderiscono sono a oggi 45.
In cosa consiste
La normativa si applica a tutte le merci che rientrano nella definizione di “pericolose”, andando a categorizzarle e a regolamentarne il trasporto secondo criteri di sicurezza e procedure collaudate. . . La prima parte del testo è dedicata interamente alle procedure che lo “speditore” (colui che effettua la spedizione autonomamente o per conto di terzi) deve seguire. Tra queste rientra una specifica formazione destinata agli operatori. Questi ultimi devono non solo sapere come entrare in contatto con la merce, ma anche seguire corsi di aggiornamento che permettono loro di stare al passo con i cambiamenti della normativa ADR, che è in costante evoluzione. Senza entrare nel dettaglio del testo di legge, possiamo dire che tutti gli operatori devono porre in essere una serie di procedure di sicurezza prima, durante e dopo il contatto con la merce pericolosa, sia con loro stessi che con i container, o comunque il mezzo scelto per il trasporto. Oltre al personale interno, è prevista anche la figura di un consulente esterno, che ha il compito di vigilare sull’operato e sul rispetto della normativa ADR, fornire consulenza all’impresa su tutte le operazioni di trasporto delle merci pericolose e stilare una relazione in cui si va a descrivere la condotta dell’azienda.
Uno spazio importante viene dedicato anche agli imballi e alle etichette. Al fine di garantire la più totale sicurezza durante il trasporto, l’imballo deve essere progettato su misura della merce. Inoltre, l’imballo stesso deve aver superato adeguati test di collaudo, rispondere a determinati requisiti di garanzia di qualità, e presentare un simbolo di identificazione. Le marcature e le etichettature, invece, utilizzano simboli diversi per identificare il tipo di pericolo, e devono essere sempre ben visibili sul mezzo di trasporto, con una grandezza predefinita dalla normativa stessa.
Infine, un capitolo è interamente dedicato alla documentazione. Quest’ultima deve presentare determinate caratteristiche per poter essere ritenuta valida per eventuali controlli: devono, ad esempio, essere indicati numero di colli, designazione della merce, mittente e destinatario e quantità totale di merce pericolosa. Specifiche etichettature devono essere apposte nel caso in cui si tratti di merci pericolose per l’ambiente. Inoltre, tutta la documentazione deve essere conservata dopo il trasporto per un periodo di 3 mesi.
Lo speditore e il trasportatore non sono i soli ad avere degli obblighi a loro carico. Anche il destinatario, infatti, deve rispettare la normativa al momento dello scarico. In particolare gli spetta il compito di pulizia e decontaminazione del mezzo utilizzato, in modo da ristabilire l’originale stato del mezzo di trasporto. Sempre al destinatario, inoltre, spettano il dovere della rimozione delle etichettature relative ai pericoli di infiammabilità, tossicità, radioattività, corrosività e altro.
Merci pericolose: quali sono?
La normativa ADR non solo stila un elenco puntuale di tutte le merci pericolose esistenti – elenco in ordine cronologico in continuo aggiornamento – ma va anche a definire i criteri secondo i quali un oggetto può essere considerato tale. A seconda della categoria in cui va a rientrare, infatti, saranno diversi tutti gli accorgimenti relativi al trasporto: mezzo utilizzato, dotazioni di sicurezza degli operatori, tipo di imballo, documentazione necessaria e molto altro. Prima dell’elenco, inoltre, vengono classificati i vari rischi delle spedizioni ADR, tra cui tossicità, infiammabilità e reattività. Quando si tratta di un trasporto di merci pericolose, alle normali accortezze vanno quindi ad aggiungersi una serie di protocolli specifici per il singolo materiale. L’elenco è vastissimo, ed è stilato in base alla classificazione effettuata dall’ONU: non è quindi presente il nome del materiale in sé, ma una sigla identificativa universalmente riconosciuta. In questo modo ogni possibile errore o cattiva interpretazione viene evitato, rendendo la legge ancora più chiara.
Gli effetti per le imprese
La normativa ADR non è solo un obbligo da rispettare, ma una tutela per il committente e il trasportatore. L’osservanza di tutte le norme e le procedure che costituiscono il testo di legge sono una garanzia sulla sicurezza e l’affidabilità dell’operatore. Rivolgersi a esperti del settore significa non doversi preoccupare della consistente mole di procedure da seguire nel momento in cui si ha la necessità di effettuare delle spedizioni ADR. Solo una pluriennale esperienza in questo campo permette di destreggiarsi tra pratiche e iter non sempre chiari ai non addetti ai lavori. Secondo il testo stesso della normativa, infatti, gli operatori – così come il conducente del mezzo – ricevono un’adeguata istruzione sul tipo di merce che trasportano e su come maneggiarla. Inoltre, sono anche in possesso della documentazione necessaria da esibire alle autorità in caso di controlli.
La rigidità della direttiva ha generato, nelle imprese che hanno la necessità di effettuare spedizioni ADR, un timore sulla difficoltà di poter procedere con le loro normali attività. In realtà, la normativa ADR non fa altro che mettere su carta tutti gli accorgimenti che sono già necessari nel momento in cui si entra a contatto con una sostanza definita pericolosa. I trasportatori, grazie alla professionalità degli operatori e alla formazione a cui sono costantemente sottoposti, sono perfettamente in grado di occuparsi di queste dinamiche, offrendo un servizio completo e prendendosi carico anche delle operazioni preliminari e successive al trasporto stesso.